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Il Parco delle Rimembranze di Gerenzano

La proposta di creare in tutti i centri abitati d’Italia un Parco o un Viale della Rimembranza, per ricordare e onorare i caduti della prima guerra mondiale, fu lanciata nel 1922 da Dario Lupi, sottosegretario alla Pubblica Istruzione.

 

Il 27 dicembre 1922 il Ministero della Pubblica Istruzione inviò a tutti i regi Provveditori agli Studi una lettera circolare con la quale veniva richiesto: "[...] che le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici di una idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza. Per ogni caduto nella grande guerra, dovrà essere piantato un albero [...]".

Già nel 1923 furono inaugurati in Italia 1048 Viali o Parchi della Rimembranza, ma a Gerenzano si discuteva.

Vi racconto la storia.

Tutto iniziò con la circolare del Provveditore agli studi del ’22. Anche a Gerenzano si fondò un “Comitato per il Parco delle Rimembranze".

Il proclama redatto dal comitato era  ridondante di retorica,  come si usava allora:

Gerenzanesi!

Per iniziativa del governo è sorto in ogni comune il Parco o il Viale delle Rimembranze (lo davano già per fatto n.d.r.) .

Noi pure, comprimendo ogni chiuso dolore, e con intendimento che si ispira e si alimenta alle più immacolate fonti della pietà cristiana, vogliamo che nelle piante rimanga il simbolo della vita e della morte di coloro che non sono più, delle creature più belle delle nostre falangi eroiche.

Gerenzanesi!

Il più umile villaggio come la più grande città ha il proprio comitato, ha la propria azione da svolgere, ma unica però è la Fede, una sola la Speranza, uno solo il Cuore.

Date voi che siete rimasti a quelli che tutti diedero e nulla chiesero, date tutti ancora una volta, come potete, come volete, ma date, il segno della vostra riconoscenza.

Nella riconoscenza solenne e gentile c’è tutto il sole della nostra anima, tutta la musica dei nostri cuori, la poesia del nostro più vivo sentimento.

Donate cittadini di Gerenzano! Nessuno di voi deve avere il rammarico   nell’ultimo vostro giorno, nell’ultima vostra ora, di avere negata un’offerta per un’opera tanto nobile e tanto doverosa.

L’amministrazione comunale, espressione genuina della vostra volontà, ha già messo a disposizione un vasto e comodo terreno.

Il Comitato

Mauri Enrico, Rag. Cav. Aurelio Galli, Viola Maria Gianni, Gina Girelli Alzati, Ballotta Pietro

S. Galletti Segretario

N.B. Incaricati dal Comitato, debitamente autorizzati, verranno nelle vostre case per raccogliere le oblazioni, le quali potranno anche essere accettate presso l’ufficio municipale o presso ciascuno dei componenti il comitato”.

Le intenzioni erano sacrosante. Se il comitato fosse riuscito nel suo proposito forse oggi a Gerenzano ci sarebbe un bel parco comunale in centro.  Alcune planimetrie che si trovano in archivio mostrano un’area riguardevole: un rettangolo con il lato minore di 50 m e il lato maggiore circa 80 m (l’unica area in centro  di queste dimensioni corrisponderebbe  al giardino del Prevosto).

Un’altra planimetria mostra  un grande viale alberato sull’attuale via della Stazione, su una striscia di terreno che avrebbe dovuto essere espropriato alla tessitura Musa e Marzorati (poi De Angeli). 

Ma subito dopo iniziarono i primi problemi.

La risposta della Fabbrica di seterie Musa & Marzorati non tardò ad arrivare in comune a stretto giro di posta. 

“Como, 7 aprile 1923

Onorevole amministrazione comunale di Gerenzano,  a pregiata nota 305, in data 3 corrente.

Come il caso imponeva , si è tosto riunito il consiglio di amministrazione della nostra società anonima  per studiare la possibilità di accedere al desiderio espresso da questa benemerita Amministrazione comunale. Ma si affacciò tosto una difficoltà insuperabile: e cioè un patto sociale col quale si rende inalienabile qualunque bene mobile e immobile della società stessa per tutta la sua durata.

Tuttavia [...] il consiglio ha deliberato di mettere a disposizione del l’onorevole comitato del viale o parco delle rimembranze in Gerenzano la somma di lire tremila, da versarsi ad opra compiuta.” 

L’ing. Marzorati fece un gran figurone ma non cedette il terreno al comune e non sborsò  una lira.

Per sapere come andò coll’idea di usare il giardino del prevosto e altri terreni  ci viene incontro un articolo del giornale fascista “Popolo di Lombardia” del 5 maggio 1923:

“Avremmo scritto volentieri una relazione sulla festa del parco della rimembranza; omaggio doveroso alla memoria dei nostri caduti, ma purtroppo siamo costretti a parlarne per ben altro motivo.

Appena arrivata la circolare di S.E. l’onorevole Lupi, venne nominato una commissione (escludendo s’intende i fascisti, sono tanto pochi, non è vero signor sindaco?) la quale decise l’acquisto delle piante, che con encomiabile sollecitudine, vennero dal ministero mandate; ma avute le piante, mancò il terreno e soprattutto la buona volontà.

Dapprima il terreno non si trovò per la taccagneria (non è vero?) di alcune povere persone , aventi solo quale milioncino, che non vollero cedere il terreno nemmeno a pagamento, e fu certo cosa encomiabile la sollecitudine con la quale la Giunta (se così dobbiamo chiamarla) a queste difficoltà credette opportuno inginocchiarsi e non parlarne più. 

E si che a Gerenzano esiste una bella piazza, ove avrebbesi potuto fare il parco, esiste pure un viale verso il cimitero, ma anche questi, come per il precedente esisteva il divieto.

Sappiamo che significa sperare invano, ma sarebbe divertente sapere chi sono questi padreterni. E però un’amara costatazione , ed è oltraggiante questa non curanza al culto, e al ricordo dei nostri Morti Gloriosi!

E diventa altresi lurida, quando la maggior parte di questi signori sono dei credenti in un al di là, in una seconda vita! In Dio!.

Noi veramente non ce ne meravigliamo, perché certo la bottega funziona meglio, facendo propaganda ai comizi sindacali, nella cooperativa (P.P.I.) (Partito Popolare Italiano, poi Democrazia Cristiana. n.d.r.) cantando e bevendo barbera sino a mezzanotte, ché queste sono palanche, quella invece è anima, è tricolore, e di anima fin troppo è il parlarne la domenica, mentre beve si beve sempre, non è vero M.R. Don Cavaliere difensore della bolscevica “Squilla del Popolo” di Saronno?

Insomma un complesso di cose che fa nausea! [...]”.

La polemica si protrasse per tutta l’estate finchè il 12 settembre 1923 il consiglio comunale deliberò a maggioranza l’istituzione del Parco delle rimembranze ma, con qualche distinguo. 

“Il Sindaco nella sua qualità di presidente del comitato esecutivo per il parco delle rimembranze espone all’ on. Consiglio tutte le fatiche compiute, tutti i passi fatti per avere un posto adatto onde attuarsi il viale e il parco delle rimembranze, ma come tutto sia riuscito inutile per molteplici motivi, in modo speciale per la mancanza di spazio. Fa presente infine come nell’ultima riunione del comitato di cui fa parte anche il consigliere presente sig. Cav. Rag. Aurelio Galli, si sia concluso per richiedere al Comune il prato che è vicino al municipio e che è di proprietà comunale, attualmente in affitto prospiciente la via Vittorio Emanuele (ora via Duca degli Abruzzi n.d. r.) e fiancheggiante anche l’asilo infantile.

Invita il consiglio a deliberare [...] La maggioranza dei consiglieri si dichiara subito d’accordo [...]

Messa ai voti la proposta, questa è approvata da tutti i consiglieri comunali, meno dai signori Rimoldi Federico e Zoni Angelo di Luigi, i quali, pur convenendo nel desiderio di attivare il Parco delle Rimembranze, vorrebbero invece che le piante venissero messe vicino al prato in questione, sull’attuale strada che porta all’asilo, prolungata, in quanto è possibile sulla proprietà comunale.”

Direi che, sulla base della descrizione in delibera,  l’area  a prato da adibire a parco delle rimembranze si trovasse nell’attuale piazza xxv aprile dove qualche anno dopo sorse il monumento ai caduti della seconda guerra mondiale, quello traslato recentemente dai leghisti in prossimità del cimitero.

Due anni dopo, nel 1925 nulla era successo e a Gerenzano    e  il progetto del parco languiva. Sempre il giornale fascista “Il Popolo di Lombardia” , il 25 novembre 1925 scrisse: “Gerenzano – Parco delle rimembranze – Già altra volta – purtroppo invano – si ebbe occasione di trattare l’argomento. 

Si dorme a Gerenzano?

Per la mal dissimulata di certi padri coscritti in progetto si è arenato proprio quando stava per avere pratica attuazione.

Sappiamo infatti che il consiglio comunale ha messo a disposizione un’area centrale di proprietà comunale, che è già stata fatta una sottoscrizione nelle scuole, che una ditta di Gerenzano si è impegnata per il versamento di lire tremila ad opera compiuta e che è pronto da molto tempo anche il manifesto fatto stampare per la popolazione….

Che si aspetta dunque?

Ripetiamo: si dorme a Gerenzano?”

Per farla breve: il parco e il viale non si fecero per “mancanza di spazio” e per un concetto più veniale, tipico dei gerenzanesi: la proprietà, la terra non si tocca. Ma che fine fecero le piante arrivate in paese così celermente?

Secondo me sono i tigli del viale della Stazione, di via Cristoforo Colombo e di via Quarto dei Mille. Inoltre parecchi tigli probabilmente  vennero messi a dimora nel giardino dell’asilo (ora sono stati tagliati) e, non vorrei sbagliarmi, ma anche l’imponente ippocastano sempre nel cortile dell’asilo fa parte dello stesso stock. 

In occasione dell’anniversario della prima guerra mondiale, sarebbe bello, a ricordo di tanto dolore e perdita di vite umane,  rivisitare  l’idea del parco e del viale delle rimembranze a Gerenzano

Non oso pensare che, a distanza di novanta  anni,  il giardino del prevosto venga messo a disposizione della popolazione per farne un parco pubblico.  Invece  sarebbe possibile fondare  un nuovo “Comitato per il Parco delle Rimembranze” allo scopo di mettere a dimora una piccola targa su ogni tiglio di Gerenzano con i nomi dei caduti della prima guerra mondiale. Sarebbe una riparazione postuma, ma pur sempre doverosa. Nel 1922 le scuole furono le iniziatrici e promotrici dell’iniziativa, ora potrebbe essere, ad esempio,  la Proloco.  

Pier Angelo Gianni    7 ottobre 2014