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Burlin, west Kazakhstan

Burlin, 14-11-2004 - Burlin e' il capoluogo dell' omonimo "oblast" (provincia) in west Kazakhstan. Si trova lungo la strada che congiunge Uralsk ad Aksai. Una volta era un centro importante dove si trovavano le scuole e tutto l'apparato burocratico sovietico. Ora e' un villaggio solitario addormentato nella steppa kazaka.

Si arriva nel centro da un'ampia strada alberata. Il fondo e' sconnesso e sterrato, le case sono di legno o fango impastato con paglia, i tetti di lamiera. Mucchi di letame e paglia indicano che il villaggio e' prevalentemente contadino. Un lungo tubo giallo del gas appoggiato su dei pali di sostegno congiunge tutte le case.

Le uniche costruzioni importanti sono l'Akimat (municipio), la scuola, l'orfanotrofio e la "domo cultura" che, oltre ad essere teatro e all'occorrenza discoteca, e' anche la sala consiliare.

Nel villaggio regna il silenzio. Una sola automobile parcheggiata in piazza aspetta qualcuno con le portiere aperte, anche la gente che si vede per strada non parla, come se l'abbandono del luogo avesse tolto loro la voglia di comunicare. Un gruppo di donne aspetta l'arrivo dell'autobus che li porterà ad Uralsk o ad Aksai per fare spese, due mucche pascolano tranquillamente nei pressi della piazza, qualche vecchio e' appoggiato alla palizzata di casa e guarda annoiato i pochi passanti.

Di fronte all' Akimat c'e' un'ampia spianata di terra battuta con un monumento a Lenin fatto di cemento verniciato con il minio. Il colore e' fresco e indica una certa cura nel preservare i simboli del passato, anche se ora i comunisti non ci sono piu'. Dietro al monumento, circondato da un'inferriata arrugginita si trova il parco delle rimembranze. Il parco e' spoglio e in abbandono con nel mezzo il monumento ai caduti della seconda guerra mondiale. C'e' un busto a Volkov, un eroe locale ed una sequenza impressionante di lapidi, troppi caduti per essere in un villaggio cosi' piccolo. Ci sono stati centinaia di morti nella seconda guerra mondiale, un'intera generazione cancellata dalla guerra.

Qualcuno di loro avrà sicuramente combattuto con i nostri soldati italiani e tedeschi nella scellerata campagna di Russia, qualcun altro sarà morto nei campi di battaglia di Stalingrado o nelle pianure tedesche o polacche. Le stesse nostre storie viste dall'altra parte. 

P.A Gianni