18April2024

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L'aquilotto Clerici

(Una ricompensa al valor militare) -  Negli archivio di Stato di Via Senato a Milano ho trovato delle vecchie carte che parlano di lui e, ricostruendo i diversi eventi della sua vita, si potrebbe scrivere un romanzo di avventure.

Saltiamo l'infanzia e l'adolescenza che Gianpiero passo' tra Gerenzano e Milano dove studio' al Liceo Manzoni riportando ottimi voti. Adorato dai genitori per la sua indole spavalda ed esuberante, degna di un giovane rampollo della nobilta' lombarda, si iscrisse ad ingegneria al Politecnico di Milano quando scoppio' la prima guerra mondiale. Entro' in aviazione e gli venne assegnato il comando di un bombardiere Caproni.

 
Vi riporto integralmente il rapporto per la sua ricompensa al Valor Militare, perche' possiate capire di che stoffa era fatto.
 
COMANDO 3^ GRUPPO AEROPLANI
 
Rapporto circa proposta di ricompensa al Valor Militare al sottotenente Clerici Sig. Gianpiero
 
Nell'inoltrare proposta di ricompensa al valore per il S:Tenente CLERICI Sig. Giampiro, lo scrivente espone i fatti che detta proposta motivano.
Il Sottotenente CLERICI fa parte della 9a Squadriglia (Caproni) dal Maggio del corrente anno. Lo stesso giorno del suo arrivo in zona di guerra urgenti necessita' guerresche imposero il bombardamento della stazione ferroviaria di Calliano (Val Lagarina) verso le ultime ore del giorno.
L'azione era resa particolarmente difficile  e pericolosa per le orribili condizioni atmosferiche. La zona era coperta di dense nubi temporalesche e tutto faceva prevedere che presto si sarebbe scatenato il temporale. Questo giovine Ufficiale, non ostante fosse appena giunto alla squadriglia e quindi ancora non pratico della difficile ed aspra zona montuosa volle prendere parte all'azione, che porto' a compimento. Gli apparecchi partirono quando cominciava a cadere la pioggia e rientrarono quando il giorno era gia' caduto.
 
Il S. Tenente CLERICI rivelo' in questa circostanza eccezionali doti sia di abilita' nella condotta dell'apparecchio, sia di saldezza d'animo e di energia; da quel giorno egli venne sempre confermando brillantemente queste sue qualita', dimostrando in ogni circostanza fermezza di propositi, sentimento altissimo del dovere, sprezzo severo del pericolo ed entusiasmo cosi' sincero; cosi' profondo; cosi' santamente materiato di amore al proprio paese, di attaccamento alle recenti e pur gloriose tradizioni dell'aviazione, da render particolarmente simpatica ed amata la sua esuberante e fiorente giovinezza.
 
Ha eseguito 15 bombardamenti (in molti dei quali offertosi spontaneamente) nella difficile zona del Trentino, aggerendo con bella tenacia le alte posizioni nemiche, anche quando l'apparecchio non riusciva ad innalzarsi ad una quota sufficiente.
 
Egli e' percio' quasi sempre ritornato con l'apparecchio piu' volte colpito dal tiro nemico, alcune volte gravemente danneggiato; il giorno 20 Giugno 1916, dopo il bombardamento del campo d'aviazione nemico di Pergine (Cire') ritornava con 34 fori di proiettile nell'apparecchio.
 
E' uno di quei piloti che, una volta partiti, non tornano indietro senza aver compiuto il mandato a loro affidato, lo scrivente fa sempre speciale assegnamento su di lui ogni qualvolta vi e' un impresa difficile  ed arrischiata da compiere che anzi spesso deve intervenire con la sua azione moderatrice per contenere l'entusiasmo a volte eccessivo, ma sempre ammirevole.
 
Nell'azione offensiva delle nostre truppe sul Col Santo prese parte ai bombardamenti eseguiti su quella alta ed alpestre regione; il 9 Ottobre, incaricato ancora di eseguire sulle ultime ore del giorno il bombardamento delle riserve nemiche lungo la val Zuccaria (regione Col Santo) non ostante il cattivo funzionamento di uno dei motori  e conseguente impossibilita' di raggiungere una quota sufficientemente elevata, s'internava risolutamente sulle linee nemiche eseguendo a quota di soli 2700 metri il bombardamento della localita' in quella zona che raggiunge e supera in alcuni punti, l'atitudine di 2000 metri sul livello del mare.
 
Quanto sopra dimostra il coraggio a tutta prova di questo giovane ufficiale, il suo fermo e cosciente ardire, l'alto spirito di sacrificio e di abnegazione per il quale questo comando lo propone per la Medaglia di Argento al Valor Militare
 
2 DICEMBRE 1916
 
IL MAGGIORE COMANDANTE III^ GRUPPO AEROPLANI fto. LA POLA
 
Un secondo documento che parla di lui e ne illustra il carattere e' un articolo del giornale "Nel Cielo" datato 10 Marzo 1919 dal titolo "Il principe Ignazio di Trabia e il marchese Gianpiero Clerici - due mirabili carriere di battaglie e di eroismi".
 
Anche in questo caso vi riporto uno stralcio dell'articolo:
"Un gran biplano scendeva dall'alto; giunto a circa 500 metri da terra si mise a compiere girovolte e cabrate, scivolate e spirali che che rivelavano nel pilota che compiva quelle manovre si' difficili, singolare perizia di guida e coraggio a tutta prova.
La giosta del "Caproni" duro' una decina di minuti, mentre altri falchi tricolori - ma questi piu' piccoli e con una coda sola - s'erano levati a volo dal campo ed erano saliti su diritti come freccie, a tenere compagnia al fratello piu' grande e con lui darsi ad una pazza sarabanda di sbalzi e di avvitamenti, offrendo alle truppe, ai generali e ai due borghesi ch'erano a terra un indimenticabile spettacolo.
Nei momenti in cui il "Caproni" si piegava su un fianco, si vedeva sulla sua fusoliera il distintivo della squadriglia alla quale apparteneva: tre larghe margherite.
 
Ero vicino al principe Trabia; additandogli in alto il gran biplano gli chiesi:
-Chi e' il pilota?
-Clerici - rispose.
Clerici, non lo conoscevo. Sapevo soltanto che qualche settimana prima aveva fatto parte della spedizione del Cattaro e che era stato su Pola, di notte, quattro o cinque volte per gli ultimi bombardamenti.
 
Qualche giorno dopo mi si parlo' piu' a lungo di lui, a Udine. Clerici formo' l'oggetto di una conversazione  con un bombardiere di Campoformio: conversazione breve, rapida, ma della quale appresi e ritenni a memoria molte cose utili.
 
- Clerici? Un aquilotto come ve ne sono pochi. E voi sapete di quale stoffa siano i nostri bombardieri. Degno del suo omonimo che fu nella seconda squadriglia e che ando' pel primo a gettare confetti su Lubiana nei giorni in cui non si credeva nell'aviazione (omissis).
-E' Decorato?
- Si', due medaglie. Il "bronzino" per Cattaro e una d'argento....."
 
Poi la storia da spensierata, eroica e sbarazzina diventa tragica con il suo abbattimento a Flumignano del Friuli nei giorni tristi della disfatta di Caperetto. Ci sono dei lati oscuri della storia che non vennero mai chiariti definitivamente e che furono l'oggetto di ricerche dolorose prolungatesi per anni.
Ma questa parte ve la raccontero' la prossima volta.
 
P.A Gianni