28March2024

gerenzanoforum.it

La piazza di Gerenzano dal 2002

You are here: Home Storie Storia di Gerenzano 26 Aprile 1945, Mussolini passa da Gerenzano?

26 Aprile 1945, Mussolini passa da Gerenzano?

Gerenzano, 17 ottobre 2004 - La mostra sulla seconda guerra mondiale a Gerenzano del 17 Ottobre (2004) alla fiera d'autunno mi ha permesso di dialogare con chi ha vissuto realmente quei tempi.

Sono persone sulla settantina e più che hanno raccontato "la guerra" in famiglia forse per centinaia di volte e per noi l'hanno ripetuta.

Un fatto di notevole importanza storica che non e' mai stato del tutto capito accadde il 26 aprile 1945 sull'autostrada Milano - Como presso la Cascina Fusetti .

La notte tra il 25 ed il 26 Aprile 1945, Mussolini si mosse da Milano con i suoi gerarchi verso la Svizzera o la Valtellina. Nella stessa notte fascisti e tedeschi iniziarono l'evacuazione della città. In questo contesto storico si inseriscono i fatti della Cascina Fusetti.       

Vi riporto diverse versioni raccontate da chi era veramente presente. Forse Mussolini non c'era nelle autoblindate fermate dai partigiani di Gerenzano sull'autostrada Milano - Como, fatto sta' che quel giorno passò da noi e due giorni dopo venne ucciso con Claretta Petacci a Giulino di Mezzegra. Transitò ancora morto per essere appeso a Milano in Piazzale Loreto.

Il primo racconto e' del Bambinel (Rimoldi): Il 26 aprile 1945 avevo 13 anni. Io, mio cugino più giovane ed altri ragazzi curiosavamo al seguito dei partigiani appostati nelle campagne circostanti il ponte dell'autostrada nei pressi della cascina Fusetti. Noi ragazzi eravamo al riparo dietro un cumulo di "navesch" (piccoli rilievi che i contadini creavano sugli angoli dei campi accumulando sassi e navesch, erba infestante raccolta zappando). I partigiani avevano il compito di fermare i fascisti che fuggivano verso Como e la Svizzera.

Quel giorno transitò una colonna armata di Fascisti che scortavano alcuni pezzi grossi del regime in fuga. Quando i fascisti si accorsero dell'imboscata si fermarono sul ponte ed iniziarono a sparare con la mitraglia sulla campagna sottostante per spazzare via qualsiasi resistenza partigiana. Mi ricordo che centinaia di proiettili mi sibilavano sopra la testa. Noi ragazzi eravamo terrorizzati e, in un momento di calma, ci buttammo in un fossato sperando fosse un rifugio più sicuro. Mio cugino cadde sopra di me e, dalla paura si fece tutto addosso, imbrattando anche me.

Quando i fascisti finirono di mitragliare rimasero sul campo diversi partigiani morti. Arrivò il parroco di Saronno (Mons. Antonio Benetti) che, avvisato della battaglia, si mise in mezzo fra i partigiani ed i fascisti cercando di mediare la fuga dei fascisti per evitare una carneficina. Quando la colonna si mosse, noi ragazzi approfittando della confusione andammo furtivamente a raccogliere le armi abbandonate nei campi e io riempii le tasche dei pantaloni con una pistola e dei proiettili.

Quando il parroco di Saronno mi vide mettere in tasca l'arma e le munizioni mi sgridò dicendomi di abbandonare quanto avevo preso. Visto che non lo facevo, mi rincorse tra i campi cercando di acchiapparmi. Io correvo come una lepre ma non riuscivo a distanziarlo finché tolsi dalle tasche le armi e le buttai per terra, poi, sempre di corsa mostrai al parroco le mie tasche vuote. Mi lasciò andare.

La stessa storia me l'ha raccontata anche il signor Borghi Giuseppe: Il 26 aprile 1945 avevo 9 anni. Con mio nonno stavo andando al campo sul sentiero della cascina Fusetti seduto sulla carretta trainata dal cavallo. Finimmo involontariamente in mezzo tra i partigiani ed i fascisti nel momento di massima tensione. I fascisti in alto sul ponte dell'autostrada, i partigiani nella campagna circostante. Mio nonno mi disse di buttarmi in una cunetta a lato del sentiero. Non glie lo feci dire due volte. Mi rannicchiai nell'avvallamento e mio nonno mi seguì subito dopo coprendomi con il suo corpo. Sentimmo ripetute sventagliate di mitraglia. Io ero terrorizzato.

Quando finirono gli spari mio nonno mi urlò: corri, corri più che puoi e vai verso casa. Io corsi a perdifiato lungo la provinciale varesina verso Gerenzano. Quando arrivai in prossimità del "dom" (casa alle porte di Gerenzano), una donna mi prese al volo e mi portò tremante ed ansimante nel rifugio. Stemmo al chiuso per parecchio tempo finché decisero che il pericolo era passato. Poi mi portarono a casa.

La storia raccontata da Mauro Moretti: durante la guerra, il 26 aprile 1945, una colonna fascista con autoblindo transitava presso la cascina Fusetti. I partigiani cercarono di fermarli, i fascisti spararono con la mitraglia, uccisero diverse persone, fecero dei buchi nella cascina e nei canali, volevano bruciarla, ma grazie all'intervento del parroco di Saronno salvarono capre e cavoli. Diversi fascisti nello scappare nascosero bombe a mano sotto a cumuli di letame.

Dal "Liber Chronicus" di Mons. Antonio Benetti, prevosto di Saronno:  26 Aprile 1945 - una colonna fascista di autoblindate in fuga tra Milano e Como viene a scaramuccia sull'autostrada nei pressi di Saronno. Viene invitato Monsignor Prevosto ad accorrere in macchina per i feriti. Sceso dalla macchina si avvicina a piedi incontro alle autoblinde credendole di partigiani e si trova tra i fascisti. Parlamenta con loro.

Essi chiedono libero passaggio, altrimenti minacciano di voler circondare Saronno. Monsignore si fa mallevadore di far cessare il fuoco tra le file dei partigiani: riesce a persuaderli. Anche i fascisti applaudono e si allontanano. Qualcuno grida: "la colpa e' di voi preti che non avete saputo tener calmo il popolo" alludendo al moto popolare. Monsignore risponde: "Ma se non l'avete saputo fare voi con le armi!" (Un pezzo grosso durante il parlamentario avuto gli aveva stretto con effusione la mano, ringraziandolo).

Bilancio: sulla strada quattro morti. A sera un camion presso le scuole nuove si sfascia con grande esplosione. L'autista Paleari Mario portava una bomba anticarro! E' morto tragicamente così.

Tre Partigiani di Gerenzano morirono nei fatti del 26 Aprile 1945 alla cascina Fusetti: Ferrario Bruno, Gelati Luigi e Pagani Angelo.
 

I FATTI STORICI

24 Aprile 1945 - A Milano, alle ore 13 circa, si accendono spontaneamente nella zona di Niguarda i primi scontri insurrezionali. Nella notte iniziano gli attacchi della 3ª brigata Gap.
Reparti britannici e neozelandesi attraversano il Po.
Gli americani puntano in direzione del valico del Brennero per tagliare la ritirata alle forze tedesche.

25 Aprile 1945 - Il Clnai, in base a quanto previsto dalla delega del governo Bonomi, assume i pieni poteri civili e militari e proclama l'insurrezione generale. I partigiani sono all'attacco in tutte le città del Nord Italia.
A Milano, occupate le grandi fabbriche, ha inizio lo sciopero generale insurrezionale.
Mussolini, con la mediazione del cardinale Schuster, tenta di trattare la resa condizionata con i rappresentanti del Clnai che gli oppongono invece la richiesta della capitolazione totale.
Richiesta una sospensione di due ore, Mussolini si reca in Prefettura e fugge con i suoi gerarchi verso la Svizzera.
Nella notte fascisti e tedeschi iniziano l'evacuazione della città (nota di gerenzanoforum: questa era la colonna che venne affrontata dai partigiani alla cascina Fusetti? ). Gli alleati entrano a Mantova, Parma e Verona.

26 Aprile 1945 - Il Clnai proclama pubblicamente l'assunzione dei poteri di governo.
I partigiani milanesi raggiungono il controllo della cerchia dei Navigli.
Nominati dal Cln, entrano in carica: il prefetto Riccardo Lombardi (Partito d'Azione), il sindaco Antonio Greppi (Partito socialista) e il questore Emilio Elia (Partito liberale).
Entra in Milano l'autocolonna partigiana proveniente dall'Oltrepò.

27 Aprile 1945 - A Dongo (Como) i partigiani catturano Mussolini mentre tenta di espatriare in Svizzera travestito da soldato tedesco. I gerarchi del seguito di Mussolini sono fucilati sulla piazza di Dongo.
Gli alleati entrano a Genova, già controllata dai partigiani.

28 Aprile 1945 - Mussolini viene fucilato a Giulino di Mezzegra (Como).
Le formazioni partigiane della Valsesia e dell'Ossola entrano a Milano.

Fonte: www.fiapitalia.it


Messaggio del 25 Ottobre 2004 a gerenzanoforum

Gentile signor Pier Angelo Gianni,
la notizia che ho letto sul vostro sito, circa la presunta presenza di Benito Mussolini con Claretta Petacci e dei vari gerarchi sull'autocolonna in transito a Gerenzano nei giorni immediatamente prossimi alla fine del Fascismo, notizia che,se mai avvalorata da qualche fondamento di verità, rivestirebbe una grande importanza storica che potrebbe contribuire a comporre di qualche altro tassello la storia di quei tormentati giorni della primavera del 1945.

Devo però precisare che, per onestà storica, le notizie anche quelle che la moderna storiografia ha tramandato devono essere scritte con più attenzione. Sono trascorsi oltre 59 anni dai quei tragici eventi per tutti noi italiani,e ancora non si è riusciti, o sarebbe meglio affermare, non si è voluto far conoscere una verità che probabilmente è ancora parecchio scomoda per molti.

Mi riferisco alle notizie circa la "fuga" di Mussolini e della sua amante verso la Svizzera con il manipolo di fedeli gerarchi e con le borse cariche di ori verso la salvezza. E naturalmente anche la fucilazione davanti alla tanto citata villa Belmonte di Giulino di Mezzegra. E' storicamente provato che non si conosce ancora quale fosse l'intento di Mussolini da quando lasciò l'Arcivescovado di Milano nel tardo 25 Aprile, e non è ancora stabilito se egli morì, o meglio fu assassinato, nel pomeriggio del 28 Aprile a Giulino di Mezzegra, o nella prima mattinata a Bonzanigo nella nota abitazione dei coniugi De Maria dove era stato segregato insieme a Claretta.

Mi permetta di affermare che ritengo un po' superficiale continuare a diffondere delle false verità in maniera un po' semplicistica. La storia, da qualunque angolazione politica la si veda, non è poi così semplice come appare o come è scritta.

La ringrazio per l'attenzione e La saluto cordialmente.

Marco Fagnani

Risposta di Gerenzanoforum.it

Gerenzano, 25 Ottobre 2004

Caro Marco, grazie d'averci scritto.
L'intenzione di Gerenzanoforum e' stata quella di riscoprire, raccontata da chi ha vissuto i fatti alla cascina Fusetti, un avvenimento del tutto sconosciuto o per lo meno sottovalutato.

Io non sono uno storico e non ho nessuna pretesa di esserlo. Se notera' bene nei racconti di chi ha vissuto i fatti non si parla mai ne' di Mussolini ne' di Claretta Setacci. Le coincidenze delle date tra i fatti della cascina Fusetti ed il transito della colonna fascista sull’autostrada sono comunque sorprendenti e non mi stupirebbe affatto che ci fosse stato Mussolini e la Petacci in quel convoglio. Per quanto riguarda le date ed i luoghi dell'uccisione di Mussolini, mi sono solo limitato a ricopiare da un altro sito storico i fatti comunemente accettati come veritieri. Ben vengano le sue precisazioni.

Una figura che mi ha stupito e’ quella del parroco di Saronno con la sua incoscienza nel trovarsi in mezzo alla colonna in fuga (o in transito) quasi per caso e nel suo rincorrere un ragazzino che aveva rubato una pistola in un momento così drammatico. Mi sembra una burletta, oppure il parroco ha raccontato parzialmente come sono andati i fatti. La mia ipotesi e' che fu avvisato dalla Curia di Milano e che intenzionalmente si mise tra la colonna fascista ed i partigiani per agevolare il transito della colonna militare.

Un altro appunto che mi sembra importante e' questo: a Gerenzano i partigiani si sono materializzati dal nulla solo dopo il 25 aprile. Chi li aveva istruiti a presidiare l’autostrada?
Era gente impreparata che non aveva mai combattuto. I partigiani erano seguiti da un nugolo di ragazzini del paese, come se andassero a fare una gita in campagna. Il tragico della vicenda e' che quattro di loro sono morti sotto i colpi della mitraglia.

Cordiali saluti

PierAngelo Gianni

Gerenzano, 2 Novembre 2004

Alla C.A. Sig. Pier Angelo Gianni

Innanzi tutto volevo farle i complimenti per la passione e la dedizione con cui porta avanti il progetto del sito di Gerenzanoforum.

Le scrivo in merito alla pubblicazione da lei fatta sul sito riguardante il transito di Mussolini da Gerenzano avvenuto in data 26 Aprile 1945.

Anche io sono a conoscenza di questa storia, in quanto raccontatami svariate volte negli anni della mia infanzia da mio nonno, ormai purtroppo scomparso da un decennio.

Con il passare degli anni mi sono però documentato, e ritengo che il fatto accaduto in quel 26 Aprile 1945 non riguardi la "colonna Mussolini", bensì un gruppo d' arditi della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti comandati dal capitano Cipolla, che, nel tentativo di raggiungere Como dove in quei giorni stava affluendo il maggior numero possibile di forze fasciste, caddero in un agguato partigiano all' altezza di Saronno, dove ci furono morti e feriti da entrambi le fazioni. Il gruppo riprese poi la via per Como, come detto già prima, loro meta finale.

Fonte:

La Pupilla del Duce - La Legione Autonoma Mobile Ettore Muti
Autore: Massimo Griner
Editore: Bollati Boringhieri

Cordiali saluti

Carnelli Ferruccio

Risposta di Gerenzanoforum:

Ferruccio,
la ringrazio per il suo intervento che ci ha svelato quello che e' successo 60 anni fa sull'autostrada Milano - Como.

Questo sta a dimostrare che se tutti noi apportassimo un piccolo contributo alla conoscenza della storia di Gerenzano e della nostra gente, riusciremmo a far rinascere la nostra identità, troppo spesso dimenticata e bistrattata per pigrizia o ignoranza.

Cordiali saluti

P.A. Gianni