Anno 1946, a Gerenzano - Cenni storici nel medioevo

Nel Medio Evo

Il seguire passo per passo la serie degli avvenimenti è impresa quanto mai difficile, anzi impossibile per la mancanza di documenti e per una di quelle ragioni  generali che sono proprie della storia di quei tempi, l'oscurità, cioè, dovuta al caos delle invasioni e del movimento dei popoli prima e dopo il mille.

 

Oscurità che, se regna nella storia delle città, sarà ancor maggiore nella storia di una borgata quale è Gerenzano. Però, dopo il mille sebbene non siamo ancora in piena luce e nell'abbondanza delle notizie, tuttavia queste vanno gradualmente aumentando fino al mille cinquecento. Lunghe e minuziose ricerche, esperite negli archivi milanesi, hanno permesso di raccogliere alcuni elementi storici che assumono una certa importanza data la mancanza di altri documenti andati perduti nelle dispersioni dell'archivio parrocchiale, nell'incendio che, poco prima di San Carlo, distrusse l'archivio Arcivescovile di Milano. Questi documenti valgono tuttavia a dare un'idea più che sufficiente della vita civile di Gerenzano nella lontana età medioevale.

Si apprende anche che Gerenzano non era un piccolo borgo rurale privo di importanza, ma una Corte (curtis), cioè un centro agricolo indipendente, bastante a se stesso, fornito di tutte le risorse di vita e di difesa e fors'anche di un castello, di cui però si è persa la memoria. E' noto che la corte rurale è uno degli elementi costitutivi dell'economia medioevale, la corte possiede mulini, forni, vasti granai, magazzeni di viveri, ha un suo mercato di prodotti agricoli, una o più chiese, ha inoltre spesso alcune opere di difesa, ed è sede di un giudice che amministra la giustizia nel territorio circostante.

Il fatto dunque di trovare nominata come corte la borgata di Gerenzano in un atto molto antico, lascia comprendere che doveva essere operosa, fiorente, fors'anche ricca. La frase "in Gerenzano e sua corte" che si legge nell'atto del 1174 permette di stabilire che il paese costituiva il centro agricolo di un territorio di cui non si conoscono i limiti, ma doveva certo essere esteso.

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