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Il suolo è un bene prezioso e comune!
10 March 2013 Written by 

Il suolo è un bene prezioso e comune!

Il suolo è una risorsa, limitata, non rinnovabile.

Esso è indispensabile per la vita sulla terra, in quanto consente la produzione di alimenti per tutte le specie animali terrestri e quindi anche per l'essere umano. Un bene comune da tutelare e preservare. Un valore che viene quotidianamente eroso dall'inarrestabile attività edificatoria e dalla dissennata cementificazione dei nostri territori.

La Lombardia è una delle regioni più urbanizzate e cementificate d'Europa. Negli ultimi anni il suolo è stato consumato al ritmo di 140.000 metri quadrati (l'equivalente di circa 20 campi di calcio) al giorno, per un totale di quasi 5.000 ettari l'anno coperti da cemento ed asfalto, distrutti dall'edilizia residenziale e commerciale, da strade, impianti industriali, centri commerciali e capannoni: terra che non tornerà più, poiché è quasi impossibile che un terreno edificato possa tornare fertile.

I dati sul consumo di suolo in Lombardia, elaborati da Legambiente e dal Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo, mostrano una situazione allarmante: dal 1999 al 2007 sono stati urbanizzati 34.163 ettari e si sono persi in maniera definitiva 43.275 ettari di superfici agricole. In meno di 10 anni le aree antropizzate sono passate dal 12,6% al 14%.

Se si sommano le previsioni di crescita previsti nei nuovi PGT dei comuni della Regione Lombardia si arriva a dieci milioni di abitanti in più,  un raddoppio della popolazione insediata. Un dato allarmante, impossibile da sostenere, insensato.

Gerenzano rientra in questo trend: siamo passati dall’ 8% di territorio urbanizzato nel 1954 al 38% nel 2007, ed ora, secondo le mie stime, dopo questi ultimi 5 anni di sviluppo edilizio tumultuoso e dissennato (vedi i palazzi al pratone DeAngeli) e tutte le innumerevoli nuove palazzine semi-vuote, forse abbiamo già superato il 40%. Questo consumo di suolo è andato quasi totalmente a scapito dei terreni agricoli che sono passati dal 71% nel 1954 al 43%. Pertanto a Gerenzano abbiamo consumato in poco più di 50 anni ben il 28% di terreni agricoli.

L’area boschiva non è stata interessata da questo fenomeno, ma ora con la Varesina Bis che passerà nei boschi del Bozzente le ruspe faranno la loro parte e, visto il disboscamento che hanno già fatto nei boschi del Rogaredo di Cislago, prevedo che anche la percentuale dei nostri boschi si ridurrà drasticamente.

 

Comune di Gerenzano suddivisione dei suoli nel 1954, 1999, 2007.
fonte: CRCS, rapporto 2010 [www.consumosuolo.org]
 

Mettiamo un freno al consumo di suolo.
Ognuno di noi ha bisogno di un po' di suolo. Il suolo su cui si produce la nostra dose giornaliera di alimenti, quello su cui crescono i boschi, il suolo che è parte del nostro paesaggio. Ma anche il suolo distrutto per costruirci la nostra casa, o la strada che ci permette di muoverci a piedi, in bicicletta o in automobile. Da sempre l'essere umano ha consumato un po' di suolo per i propri villaggi e città. Ma da alcuni anni la situazione è cambiata: il consumo di suolo cresce molto più del fabbisogno abitativo. Anzi, si costruisce moltissimo senza nemmeno porsi il problema di dare una casa a chi ne ha bisogno.

Il consumo di suolo negli ultimi decenni ha significato:
- speculazione edilizia a vantaggio di pochi operatori immobiliari e a scapito dell'intera comunità
- uno stato di 'dipendenza' per i comuni, che hanno lottizzato per ottenere entrate economiche tramite gli oneri di urbanizzazione.

Tutto questo ha un costo
La speculazione immobiliare non produce sviluppo durevole, ma solo accaparramento di rendite. Negli anni in cui a Gerenzano si è costruito di più non è cresciuto il benessere dei gerenzanesi.
Abbiamo assistito ad una crescita disordinata e 'sparpagliata' degli insediamenti, con gravi conseguenze ambientali e sociali: in primo luogo la perdita di qualità della vita, perché il nostro centro storico si è svuotato o degradato e il paese si è sviluppato a macchia d’olio a danno di preziosi terreni e dell'agricoltura, attività economica che ha da sempre generato un grande valore nel nostro Paese.

Legambiente ha raccolto firme per una proposta di legge con l'obiettivo di rendere obbligatorio, dovunque possibile, il riuso delle aree dismesse per far fronte ad ogni nuovo bisogno insediativo. Solo quando si dimostra che è inevitabile usare suolo libero, viene imposto l'obbligo di compensare la perdita di valore ambientale, 'costruendo natura' su una superficie doppia a quella consumata, rendendola fruibile alla comunità locale.

I punti fondamentali della proposta di legge:
1. Il suolo è un bene comune, il cui utilizzo razionale è sancito dalla Costituzione Italiana e dalla normativa internazionale.

2. Prima di pianificare nuove espansioni urbanistiche è obbligatorio il riuso delle aree dismesse o sottoutilizzate, che devono essere individuate e quantificate dai Comuni.

3. Le compensazioni ecologiche preventive sono obbligatorie ogni volta che, verificata l'indisponibilità di aree dismesse, si renda necessario un intervento di nuova costruzione su suolo non edificato. Devono essere realizzate prima di ottenere il permesso di costruire e prevedere il vincolo a finalità di uso pubblico di carattere ecologico-ambientale sulla corrispondente porzione di territorio comunale.

4. Per ogni nuova costruzione su suolo libero deve essere ceduto al Comune il doppio della superficie occupata dall’edificazione e provvedere alla sua dotazione di carattere ecologico ('costruire natura').

5. La compensazione ecologica preventiva si va ad aggiungere agli altri oneri già previsti dalle normative vigenti, allo scopo di scoraggiare il consumo di suolo libero.

E’ auspicabile che anche la Commissione comunale di Gerenzano per la revisione del regolamento edilizio approfondisca questo tema e faccia proprie queste linee guida per dire finalmente basta all'uso del suolo agricolo in modo indiscriminato.

Basta, facciamolo per noi, per i nostri figli e nipoti.

Pier Angelo Gianni 10 Marzo 2013
(sulla base di un rapporto di Legambiente)



Redazione

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