Elogio agli orti
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- Last Updated on 16 November 2013
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Mangiamo petrolio, fino a poco meno di settanta anni fa il nostro cibo veniva prodotto direttamente o indirettamente solo con l’energia solare, ora, con l’agricoltura industrializzata
si e’ arrivati al paradosso che usiamo l’equivalente di ben 4 litri di petrolio al giorno per sfamare un uomo occidentale (fertilizzanti, pesticidi, gasolio per macchine agricole e per l’irrigazione, senza contare la trasformazione, la refrigerazione ed il trasporto).
Dagli anni ’50 ad oggi la produzione di grano e’ aumentata ben del 250%, ma questo non e’ dovuto all’aumento dell’insolazione terrestre, che e’ sempre la stessa, ma all’impiego di tutti i terreni adatti all’agricoltura, con un sempre piu’ massiccio sfruttamento permesso dall’uso del petrolio. Credo che, con la diminuzione della disponibilita’ di idrocarburi che ci sara’ nei prossimi anni e l’impoverimento dei suoli, ci stiamo avvicinando ad una crisi alimentare dai contorni ancora indefiniti. Abbiamo due nazioni cavia che questa crisi l’hanno gia’ vissuta: La Corea del Nord e Cuba.
Entrambe, con la caduta del sistema sovietico furono private quasi istantaneamente del petrolio che i russi vendevano loro sottocosto.
La Corea del Nord e’ una nazione industrializzata con un’agricoltura di tipo industriale. Senza petrolio c’e’ stato un crollo della produzione agricola ed una drammatica carestia che attanaglia da anni questo povero popolo guidato da una classe dirigente cieca, persistente nella sua vocazione industriale e militare.
Cuba e’ l’esempio opposto, beneficia di un clima piu’ favorevole ed ha il piu’ alto numero di scienziati, medici ed ingegneri di tutta l’America Latina. Nonostante le sanzioni USA e senza l’aiuto di nessuno, dopo i primi anni di crisi alimentare, Cuba ha recuperato buona parte della sua produzione agricola quasi senza aver bisogno del petrolio. Cuba si e’ convertita all’ agricoltura biologica introducendo di nuovo concimi naturali, la lotta biologica ai parassiti, riforme agrarie con la ridefinizione delle grandi fattorie di stampo sovietico in in piccole cooperative semiprivate intimamente legate alla campagna ed al territorio, introduzione dell’agricoltura urbana (i nostri orti), aiuti sociali ed alimentari alle classi piu’ povere, e tutto questo grazie anche all’alto grado culturale della popolazione. La Banca Mondiale (non quel comunista di Bertinotti) pur considerando Cuba come “anti modello” perche’ non segue le sue indicazioni economiche neoliberali, la porta ad esempio per tutte le nazioni che si trovano nelle stesse condizioni.
Perche' i nostri orti sono cosi' importanti? Sono il risultato di centinaia di anni di paziente lavoro che i nostri antenati ci hanno tramandato. Finche' a Gerenzano ci sara' qualcuno in grado di concimare l'orto con il compost prodotto con le letamaie, coltivare i pomodori, le zucchine, le patate e l'insalata amara, avremo qualche speranza in piu' di insegnare agli altri come si produce "biologico".
Pero' bisogna anche fermare la distruzione sistematica e criminale dei campi e dei boschi, vero tesoro che ci hanno lasciato i nostri padri. Quanti ettari di terreno agricolo abbiamo perso in questi anni per l'inurbamento massiccio, parcheggi e le nuove strade? Il traffico automobilistico oramai e' diventato una malattia fisiologica della nostra zona e costruire nuove "Varesine" accentuera' ancora di piu' la malattia, invece di curarla.
P.A. Gianni