Discarica di gerenzano: negli anni ’70 nasce una nuova coscienza ecologica
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- **In Storia di Gerenzano**
- **Last Updated on **12 **February** 2014****
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Nella metà degli anni settanta la sensibilità ecologica dell’opinione pubblica europea stava maturando anche sulla scorta di nuovi studi scientifici che dimostravano inequivocabilmente che le discariche erano pericolose e inquinavano l’acqua e l’aria.
Nel 1975 fu promulgata la prima “Direttiva quadro Europea sui rifiuti 75/442/CEE. La direttiva stabiliva un principio fondamentale che cambierà l’approccio al problema: "Chi inquina paga" ; definiva inoltre, per la prima volta, le tipologie di rifiuto, distinguendo, ad esempio, fra urbani e industriali, le modalità di raccolta, di smaltimento e di recupero.
Una vera rivoluzione che porterà i suoi frutti anche a Gerenzano dove questa nuova sensibilità contagiò anche alcuni giovani di Gerenzano, Uboldo e Rescaldina che fondarono il “ Comitato di lotta per la salute”. Questo gruppo chiese aiuto a “Medicina Democratica” e “Geologia Democratica” che iniziavano in quegli anni ad occuparsi di problematiche ambientali e con loro studiò l’effetto che la discarica di Gerenzano aveva sul territorio e dando voce alle proteste della cittadinanza .
Alla fine degli anni ’70 la discarica serviva un bacino di utenza di circa 1 milione e quattrocento mila abitanti e più di 100 industrie tra le quali: Montedison di Castellanza, Ciba Geigy, Farmitalia, Chevron Oil Italia (le raffinerie di Rho), innumerevoli tintorie, fonderie, industrie plastiche e chimiche. Stava diventando la discarica più grande d’Europa.
Tra le tante fotografie che ho raccolto, vorrei mostrarvene alcune emblematiche della situazione.
La foto in bianco e nero è degli anni ’60 e mostra inequivocabilmente che i rifiuti venivano scaricati direttamente sul fondo ghiaioso e permeabile della cava Castelli. Le foto a colori invece si possono collocare negli anni 75 – 78. Queste sono allarmanti e mostrano il fronte dei rifiuti sempre nella cava Castelli. Si vedono colate di scorie di fonderia, mucchi di copertoni e, se non bastasse, dei bidoni (cosa contenevano?) abbandonati sul fondo in una conca quasi a contatto con la falda acquifera (si vedono delle pozze d’acqua).
In quegli anni il comitato era diventato l’unico baluardo contro una discarica assurda e altamente inquinante. Organizzò marce, interventi nei consigli comunali, volantinaggi, studiò e si battè per la salute. Esempio purtroppo non seguito dalla politica che si limitò ad ammonire e a chiudere un occhio o due di fronte allo scempio che si stava perpretando davanti a loro. La “terra dei fuochi” è iniziata a Gerenzano, un primato che non ci fa onore.
Pier Angelo Gianni