Gli ultimi a ricordarsi l'osteria ancora funzionante sono i cinquantenni di Gerenzano. Il Baraja, assieme alla Nineta, Nisela, Castelli, Cavalin, Circolo, Cooperativa ed al Nineau erano le nostre osterie, luoghi di incontro di una societa' contadina ed operaia che concepiva il divertimento come un bicchiere di vino rosso ed una partita a scopa.
In particolare l'osteria del Baraja era un residuo di vita ottocentesca. Un bancone spoglio, quattro tavoli con sedie di paglia, il caffe' fatto con la "calderina", la proprietaria che cucinava, stirava, allevava i figli nell'osteria (e' quello che vagamente mi ricordo). Un fatto di sangue agli inizi degli anni sessanta, il primo a memoria d'uomo e l'ultimo da quel giorno, ha segnato anche la sua chiusura. All'interno dell'osteria un calabrese uccise un parente di una ragazza di Gerenzano che corteggiava. A quei tempi un "matrimonio misto" era impensabile ed il "polentone" lo fece capire in malo modo al "terrone". Il calabrese rifiutato e ferito nell'onore reagi' con un coltello conficcato nella pancia di chi ostacolava il suo amore. Poi fuggi' nei boschi. Mi ricordo ancora la caccia all'uomo. Poi il processo e non so' quanti anni di prigione. Un vecchio film in bianco e nero come "Rocco e i suoi fratelli".
Dopo la chiusura arrivo' lo Zaffaroni che la trasformo' in falegnameria. Odore di legno, rumore di "bindella", cataste di legni di tutti i tipi, infissi, porte e finestre, segatura. Un mondo artigianale anch'esso scomparso per sempre. Poi il degrado totale. L'osteria del Baraja e' rimasta muta per decenni fino all'epilogo doloroso: la demolizione.
Non siamo stati in grado di valorizzarla, come pure il nostro cento storico. Dovremmo porci una domanda: come vogliamo sia la Gerenzano del terzo millennio?
La vogliamo come Gerenzano/Quarto Oggiaro o Gerenzano/Gerenzano?
A voi la risposta.
P.A. Gianni
Alcune fotografie dellosteria